Tempo fa, intorno all'anno 1995, mi fu commissionato, da parte di una signora bresciana di mezz'età, il ritratto ad olio su tela della nipotina undicenne come regalo per il suo imminente compleanno.
Non potendo assolutamente, per i tempi tecnici, garantire di terminare il quadro per il giorno del festeggiamento, concordammo la consegna del lavoro per qualche mese dopo.
La cliente accettò di buon grado la soluzione, pensando comunque di rinviare l'idea di questo particolare gesto, al compleanno successivo.
La cliente accettò di buon grado la soluzione, pensando comunque di rinviare l'idea di questo particolare gesto, al compleanno successivo.
Mi diede una bella foto della ragazzina, un piccolo acconto e se ne andò.
Sei mesi dopo.. Avuto modo poi in seguito di finire con calma il lavoro, chiamai telefonicamente la signora per il ritiro del ritratto ordinato.
Vedendo sul cavalletto nel mio studio il risultato finale, fu molto soddisfatta. L'accuratezza, la fedeltà nell'esecuzione del dipinto riferito all'immagine fotografica a mia disposizione, non lasciava alcun dubbio sulla buona riuscita dell'opera e lo sottolineò più volte complimentandosi con entusiasmo per il mio talento.
Anche se, in verità, percepivo qualcosa che non mi convinceva affatto, in qualche modo non mi sembrava contentissima del risultato.
Anche se, in verità, percepivo qualcosa che non mi convinceva affatto, in qualche modo non mi sembrava contentissima del risultato.
Pagò il prezzo precedentemente pattuito senza chiedere sconti e ci salutammo.
Nei giorni successivi ripensai al fatto, dubitando non poco, tra me e me, sulla reale buona riuscita del dipinto.
In effetti è vero, io artisticamente a tutt'oggi, non mi ritengo un "ritrattista" per definizione, lo riconosco. Come pure ritengo sia evidente che solo i grandi pittori degni di questo appellativo, riescano magistralmente con poche pennellate essenziali a trasmettere attraverso il ritratto di persone qualsiasi, quella particolare scintilla di vitalità che rende uniche e immortali tante opere nei musei.
In effetti è vero, io artisticamente a tutt'oggi, non mi ritengo un "ritrattista" per definizione, lo riconosco. Come pure ritengo sia evidente che solo i grandi pittori degni di questo appellativo, riescano magistralmente con poche pennellate essenziali a trasmettere attraverso il ritratto di persone qualsiasi, quella particolare scintilla di vitalità che rende uniche e immortali tante opere nei musei.
Ciò nonostante mi sentivo altresì con la coscienza a posto.
In fondo avevo riferito onestamente alla signora di questo mio "limite". Avevo spiegato che il dipinto che potevo realizzare, per le mie capacità, non poteva essere altro di più che la bella copia artistica di una fotografia, non potendo peraltro nemmeno vedere dal vero il soggetto.
(Questa di solito è la scusa che si dice al cliente quando un ritratto da foto non viene troppo bene..) :-)
In fondo avevo riferito onestamente alla signora di questo mio "limite". Avevo spiegato che il dipinto che potevo realizzare, per le mie capacità, non poteva essere altro di più che la bella copia artistica di una fotografia, non potendo peraltro nemmeno vedere dal vero il soggetto.
(Questa di solito è la scusa che si dice al cliente quando un ritratto da foto non viene troppo bene..) :-)
Archiviai il tutto..
Passarono alcuni anni ed incontrai per caso nuovamente la signora del ritratto, subito le chiesi se quel famoso regalo di compleanno fosse stato gradito dalla ragazza e dalla sua famiglia, ero piuttosto curioso.
-Non me ne parli.. Mi disse.
-Ho ancora quel quadro, ma l'ho chiuso per sempre a chiave in un armadio di casa mia.
-Pessima idea..! Soggiunse.
-Non fu per niente un regalo gradito e mai fu accettato da mia nipote e neppure dalla madre.
-Non fu per niente un regalo gradito e mai fu accettato da mia nipote e neppure dalla madre.
-Diceva che la ragazzina ritratta non era somigliante, "aveva il viso troppo giovane".
Per cui, disse, me lo riportai tristemente a casa, cambiando in seguito il regalo della nipote con una scatola di cioccolatini svizzeri al latte.
Per cui, disse, me lo riportai tristemente a casa, cambiando in seguito il regalo della nipote con una scatola di cioccolatini svizzeri al latte.
Devo sottolineare che a onor del vero, in quell'occasione, la signora mi confessò che la ragazzina all'epoca della foto, aveva nove anni e ovviamente nel tempo trascorso fino alla consegna del regalo era cresciuta, cambiando naturalmente fisionomia.
Caso definitivamente chiuso quindi..?
Si..! Devo dire però una cosa, tantissimo si legge, si vede e si ascolta tutti i giorni sull'arte e gli artisti.
Ma tra le varie cose.. se c'è una caratteristica di questa nobile espressione che amo su tutte, è che.. L'arte riesce sempre, incredibilmente a fermare, cancellare, rallentare o velocizzare il tempo.
Passato, presente e futuro non esistono più, a meno che lo decida l'artista.
Passato, presente e futuro non esistono più, a meno che lo decida l'artista.
Forse un giorno, diciamo fra qualche decennio ormai a quell'ex ragazzina, forse qualcuno penserà ancora di donare un ritratto.
Forse entrerà in uno studio d'arte.
Forse ordinerà il quadro al pittore porgendogli una foto.
E forse lo pregherà gentilmente, magari sottovoce, di sorvolare su qualche ruga di troppo sul viso.. "Ancora molto giovane..".
Forse entrerà in uno studio d'arte.
Forse ordinerà il quadro al pittore porgendogli una foto.
E forse lo pregherà gentilmente, magari sottovoce, di sorvolare su qualche ruga di troppo sul viso.. "Ancora molto giovane..".
E anche se forse potrà esserci un ritardo nella consegna..
Senza forse.. Son sicuro che il regalo.. sarà assolutamente gradito.
Mario Bresciani
L'illusione ottica della fanciulla e della vecchia |
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