Si discuteva animatamente di dove andare in vacanza, ora che finalmente potevo concedermi una ventina di giorni di meritato svago..
-AUSTRALIA..! Proposi io con entusiasmo.. Ma subito venni zittito con una bordata di obbiezioni, del tipo: Troppo lontano.. troppi posti da vedere.. troppo costoso.. troppo poco il tempo a disposizione.. il clima.. ecc. ecc.
-Ok.. ok..! Ma allora dove si potrebbe andare..?
-America..! Disse mia moglie..
-Ma cara..! ci siamo già stati tre volte.. molto interessante si.. ma.. l’Australia..
-Assolutamente no..! Troppo questo.. troppo quello.. troppo quell’altro.. ecc. ecc.
-Ok.. ok..! Va bene cara.. America.. ma in quale posto..?
-L’idea, per esempio, potrebbe essere quella di visitare tutti luoghi che hanno fatto la storia del blues, da Chicago a New Orleans, una sorta di “route 66” del rock-blues-folk..
E poi.. per nostro figlio, appassionato di musica, potrebbe essere un’esperienza unica e indimenticabile vedere i luoghi, i locali dove hanno suonato e si esibiscono tutt’oggi musicisti famosi..
-Beh.. si.. in effetti.. Dico io..! Ma a me sarebbe piaciuto andare in Australia, comunque..
Mattino presto, aeroporto di Linate imbarco per volo diretto, America. Città, Chicago.
Accendo il telefonino.. ma nulla.. nessun segno di vita, chiedo assistenza a un negozio vicino ai banchi del check in.. Scheda sim fuori uso, il grave responso, caso piuttosto raro dice la commessa.
-Strano destino.. forse perchè non abbiamo scelto di andare in Australia..!
Arrivo a Chicago in ritardo, lotta all’arma bianca per il ritiro bagagli, affollamento all’immigrazione, code ai taxi, macchine a noleggio esaurite, hotel tutti prenotati, cibo orribile al fast food.
-Certo che in Australia.. forse tutto questo..!?
Il giorno dopo decidiamo di rimandare la visita ai locali blues di Chicago al ritorno, portandoci subito in macchina, qualche centinaia di km più a sud.
Serata a Nashville.. posto storico, mitico locale per musicisti cult.. grande band in programma sulla locandina, cucina tipica locale, prezzi più che abbordabili..
-Vabbè dai.. l’Australia forse può aspettare..
Ma.. sorpresa.. mio figlio, maggiorenne in Italia non è maggiorenne in America.. Si.. ok.. ci si poteva pensare.. in effetti lo si sapeva.. ma.. colpa mia, colpa tua.. intanto per noi quel locale, e, quel che era peggio, tutti i successivi locali, migliori e peggiori d’America sarebbero stati da quel momento “off limits”.
Perso senza possibilità d’appello il target primario del viaggio, optammo per la visita dei soliti musei.. delle solite città grandi o piccole.. dei soliti parchi a tema.. dei soliti centri commerciali tra hamburger, patatine fritte e centinaia di km di highways..
Come non sognare l’Australia..!?
Quando realizzai che la stanchezza e la quasi noia mi avevano portato ormai a toccare il fondo..
Il destino pensò bene di movimentarmi la vita con qualcosa di nuovo.. per me di inedito.. ma che per quelli che, malgrado loro ci sono passati, il solo nominarla muove terrificanti smorfie in viso..
Una colica renale.. Improvvisa, forte, spietata, devastante.. da pensare che due soli occhi non sarebbero bastati per piangere tutte quelle lacrime di insopportabile e indescrivibile dolore fisico.
Il ricovero d’urgenza, anestesia totale e mentre il chirurgo mi invitava a contare fino a cinque.. immaginavo una spiaggia, il mare.. l’aria calda.. da qualche parte in laggiù in Australia.
Sulla strada del ritorno, ancora dolorante per l’intervento, dopo aver percorso più di 4500 km. d'America, Il fatto di uscire illesi dal coinvolgimento in uno spettacolare incidente stradale con due auto completamente distrutte, non mi fece neppure pensare che eravamo stati molto fortunati.
Desideravo solo di essere a casa.. sul divano.. magari sfogliando un libro sui paesaggi tipici dell’Australia.
Però dai..! Era mattino presto, Il Chicago O’hare International Airport sorrideva alla nostra meritata partenza, pochi minuti all’imbarco per l’amata patria e un viaggio da dimenticare per sempre alle spalle..
Ma dall’altoparlante una voce troppo carina per un’annuncio del genere ci informò che c’erano dei problemi a New York e per il momento tutti i voli per l’Europa sarebbero stati sospesi.
Era una fredda mattinata di fine estate, avevo le dita arrossate dal bagaglio pesante. Posai la tazza dell’orrendo cappuccino che stavo bevendo. Distolsi lo sguardo che pubblicizzava viaggi in Australia e mestamente ci avviammo di nuovo sulla strada dell’hotel dal quale eravamo partiti pochi minuti prima.
Ora posso dirvi la data.. Era l’undici settembre del 2001.
Restammo bloccati quattro giorni, forse una settimana, non ricordo e non vorrei neanche più ricordare. Anche se quello che accadde sarà per sempre indimenticabile.
Sono passati alcuni anni, mi hanno detto in tanti che da qualche parte sul pianeta terra c’è un posto incantevole che chiamano Australia.. Si.. lo so bene.. E ogni tanto ci penso. Quando faccio la punta a una matita, quando guardo il cielo riflesso in un caffè all’aperto.. O mentre cerco di scovare disegni di volti che ogni tanto appaiono beffardi nei muri scrostati di vecchi palazzi..
Io sono qui.. ma son sicuro che l’Australia è là che mi aspetta.. senza fretta.. Certo.
E oggi, mentre cammino pigramente in un normalissimo centro commerciale, forse come quelli in Australia, giocherellando con il portachiavi a forma di canguro, mia moglie, al cellulare mi dice:
-Non siamo mai stati a visitare il gran canyon in America.. Saresti d’accordo se la prossima vacanza..
-Bah.. Non so.. Forse.. Io però.. Ok.. ok.. Ne riparliamo quando torno a casa..
Sai..! Aggiungo io.. Ho preso un dvd per stasera.. Ti piacerà..!
-Wow..! Davvero..! Dice lei. Che film è..?
-AUSTRALIA..!!!
Mario Bresciani
Nicole Kidman sul set del film "Australia" |
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